I vitigni autoctoni del tufo «Una grande opportunità»

PITIGLIANO. «La viticoltura di qualità, i vitigni autoctoni italiani, come appunto i Nocchianelli di Pitigliano, l’enoturismo, si inseriscono quest’anno all’interno di una cornice speciale, quella dell’anno del cibo italiano 2018, promossa dai ministri Martina e Franceschini, che sarà una occasione imperdibile per valorizzare il territorio con le sue tipicità».

Lo ricorda l’onorevole Luca Sani, presidente della Commissione agricoltura alla Camera dei deputati, che ha preso parte a Pitigliano ai lavori del convegno su “Enoturismo e antichi vitigni vulcanici” organizzato con il patrocinio del Comune di Pitigliano e Banca Tema .

«La nuova legge valorizza il settore dell’enoturismo», aggiunge Sani, sottolineando come «i Nocchianelli, antichi vitigni autoctoni di Pitigliano e Sorano, sono stati inseriti nel Registro nazionale delle varietà di vite del Ministero delle politiche agricole grazie al lavoro dei proprietari dell’azienda Sassotondo, Edoardo Ventimiglia e Carla Benini, che hanno lavorato al progetto con la collaborazione del Crea di Arezzo. Un grande risultato per tutta l’area del Tufo e per le aziende vitivinicole che potranno inserire questa varietà in etichetta. Il recupero del Nocchianello – aggiunge – il presidente della Commissione agricoltura – risalente alla civiltà etrusca, si lega all’identità di un territorio, alla sua storia, allo sviluppo del turismo e, in queste zone, anche dell’enoturismo, attività disciplinata dalla legge di bilancio 2018. L’enoturismo con i suoi 2,5 miliardi di euro di fatturato annuale è un settore strategico che meritava di essere riconosciuto».

E al proposito Sani evidenzia le novità introdotte con il Testo unico del vino (legge 238/2016): «Un importante passo in avanti, che riconsce per la prima volta il concetto di enoturismo: ora questa attività è stata finalmente disciplinata con la legge di bilancio 2018, grazie alla quale le aziende vitivinicole italiane potranno finalmente fatturare regolarmente l’attività di degustazione in cantina, come già avviene per un agriturismo e per qualunque altra attività ricettiva. Basterà presentare la Scia di inizio attività al Comune di appartenenza e poi rispettare le regole del “Decreto del Fare” del Governo Letta, che ai tempi aveva fornito tutte le indicazioni per la corretta degustazione, senza tuttavia dare la possibilità di vendere. C’è pure, ora, la

possibilità di stipulare l’assicurazione per i visitatori al momento della degustazione. Senza dimenticare – chiude – che la viticoltura di qualità, i vitigni autoctoni italiani, l’enoturismo si inseriscono quest’anno all’interno della cornice speciale dell’anno del cibo italiano 2018».